L’efficacia della fotografia immobiliare

La fotografia immobiliare, più che bella deve essere realistica ed efficace, insomma una fotografia che vende. Lo racconta nello specifico il fotografo Claudio Mollo in questo estratto di intervista.

In cosa consiste nello specifico la fotografia immobiliare e quali sono le sue peculiarità come genere fotografico?

Questa è una domanda che richiede una riflessione piuttosto complessa. La risposta che sembrerebbe scontata è: “La fotografia immobiliare è uno strumento di marketing che serve a vendere case, più velocemente e al prezzo più alto”. Ma non è solo questo, naturalmente. Per come la penso io la fotografia immobiliare deve essere in grado di mettere in luce prima di tutto la professionalità di chi vende la casa; deve contribuire a trasmettere questa serietà e questa attenzione al tipo di bene prezioso che sta vendendo.

Il fotografo immobiliare non dovrebbe puntare a fare semplicemente la fotografia più bella possibile ma concentrarsi sul modo di ottenere la fotografia più “efficace” possibile.

Naturalmente lo si fa cercando di scattare una fotografia impeccabile dal punto di vista compositivo e tecnico; ma soprattutto deve essere una fotografia che vende. Nell’inquadratura deve poter comparire tutto lo spazio di ogni stanza (ogni metro quadro ha un valore e io lo devo documentare), lo stato di conservazione, la luminosità relativa e gli affacci (ove ce ne siano). A volte può succedere che il risultato finale non sia una fotografia bellissima in senso assoluto, ma in compenso sarà la fotografia che spingerà un eventuale compratore ad andare a visitare quella casa prima di un’altra. E spesso, in un mercato dove le vetrine immobiliari sono sovraccariche di offerte, una foto convincente può fare una grande differenza.

Puoi spiegare meglio la differenza tra una fotografia bella e una fotografia che vende?

Nella fotografia di interiors il compito del fotografo è quello di comporre inquadrature perfette dal punto di vista estetico. Il risultato deve essere quello di tenere incollato il lettore sulla foto il più a lungo possibile trasmettendo una sensazione di eleganza e benessere. Questo è un esempio di fotografia “bella”. Nella fotografia immobiliare l’utente che guarda le foto non è più il lettore appassionato di case ma una persona che la casa se la vuole comprare, possibilmente al prezzo più conveniente possibile. A volte una foto troppo bella può persino danneggiare il venditore perché, alzando troppo le aspettative, si rischia una delusione nel momento in cui si svolge la visita all’appartamento. Una foto “che vende” è il risultato di un ragionato equilibrio tra bellezza, onestà e creatività. Soprattutto quest’ultima: perché, a differenza della carta stampata di una rivista, oggi le case si selezionano sul web e tutto succede più in fretta. L’immagine di apertura ti deve colpire in meno di un secondo, ti deve spingere a clickare su quell’annuncio per andare a vedere cosa c’è oltre quella foto.

Quali step richiede la realizzazione di un servizio di fotografia immobiliare?

La casa deve essere (pressappoco) come la vedrà il cliente interessato all’acquisto nel momento della visita di persona. Non deve stupire, deve convincere. Un eccessivo rimaneggiamento dell’arredo non è mai consigliato. Eventualmente si possono fare piccoli spostamenti da valutare caso per caso. Su una cosa però bisogna porre attenzione: il disordine. Il disordine in fotografia crea ancora più disagio che a vederlo dal vivo. Il disordine è vietato. Se, per esempio, sto mettendo in vendita una casa di 100 metri quadrati e in giro ci sono scatoloni, passeggini, giacche, scarpe, stracci, eccetera… alla fine sembra che non ci sia abbastanza spazio per tenere in ordine le cose, e i miei 100 mq vengono percepiti come 70.

Fonte: ProntoPro